Il progetto Un anno di poesia sta procedendo abbastanza puntuale, con pause e riprese, ma sempre con impegno e con sorprendenti scoperte.
Nel post precedente vi mostravo l'esercizio sul logogrifo poetico :)
L'esercizio successivo, invece, era per me totalmente nuovo: partire da una parola e attorno ad essa formare dei cerchi concentrici rispetto alla parola stessa. Alla fine, prendere due delle parole "geograficamente" più distanti e comporre dei versi.
I versi che ne sono venuti fuori sono per me una sorta di rivelazione, ma certe volte mi dico che non dovrei stupirmene perché è questo che fa la poesia, sempre:
Con pazienza di conchiglia
ho atteso all'uscio
il tuo ritorno.
Ora so: non sono
sola in questa spiaggia.
La risacca rimescola i sassi
e leviga cocci di bottiglia:
ne fa smeraldi,
tesori d'infanzia.
Anch'io porto
un tesoro
nel mio grembo.
A me - nido vuoto -
a me il mare
sussurra il segreto
ed io lo ripeto
ed io
lo ripeto
ed io
lo ripeto
(11.01.22)
Il giorno dopo aver composto questi versi, sono tornata sulle conchiglie.
Probabilmente è proprio giocando con loro che l'essere conchiglia è passato dalle mie mani dentro di me, e ha lavorato. Vi mostro che cosa è venuto fuori...
A un certo punto ho ripreso in mano i sassi che tenevo da parte...
Ed ecco il risultato finale...
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