sabato 7 gennaio 2023

"Una passeggiata d'inverno - Camminare" di Henry David Thoureau

Questo primo mese d'inverno è stato, almeno in Sicilia, una specie di primavera fuori stagione: le pomelie (o plumerie, se non siete palermitani, o frangipani se volete essere internazionali) non solo non hanno perso le foglie, ma ne stanno mettendo di nuove. Decisamente insolito per il mese di gennaio. 

Per fortuna, ne ho approfittato per delle splendide passeggiate poco fuori città, con panorami mozzafiato e soprattutto un cielo "che sembra di smalto", per citare Paolo Conte.
Ho da poco incontrato un gruppo di donne veramente in gamba che amano camminare nella natura e spero di poter continuare a camminare anche con loro e allargare i miei orizzonti.

Le nostre uscite per ora sono state per i sentieri di Monte Pellegrino, con il fenomenale panorama sul golfo di Mondello che si può ammirare da lassù, poi una interessante passeggiata alla scoperta di Baida, piccolo (ma non tanto quanto pensavo) sobborgo montano che era per me insospettabile fino a qualche giorno fa e che invece è ricco di storia. E infine una splendida passeggiata mattutina per i sentieri di San Martino. Non proprio avventurosissimo, ma questo mi può bastare, anche perché ovunque - ma proprio ovunque - si manifesta la meraviglia.

In questi giorni, dunque, ho ripreso in mano un libro che avevo acquistato tempo fa, durante Una Marina di Libri (esattamente edizione 2021 a Villa Filippina, se non vado errata): Una passeggiata d'inverno di Henry David Thoureau, edito La Nuova Frontiera e tradotto da Tommaso Pincio, con le splendide illustrazioni di Rocco Lombardi.

Questa edizione contiene anche il famosissimo breve testo Camminare, ma devo dire che ho apprezzato di più la descrizione della passeggiata invernale. Anzi, mi ha fatto riflettere su quanto questo calore inatteso sia così deleterio per la Natura, sebbene possa risultare benefico al nostro umore - al di là di ogni altro danno dovuto al cambiamento climatico. Abbiamo bisogno di riposare, di concentrarci... e questo tepore meraviglioso ci conduce invece fuori, all'aperto, giustamente, dal nostro punto di vista. L'apparente morte invernale è invece necessaria anche a noi, che siamo parte del tutto, ma non ce ne rendiamo conto.

Questo è per me il primo libro del nuovo anno (messi momentaneamente da parte quelli che stavo leggendo) e vorrei cominciare a prenderne nota per non dimenticarmene. Nel mio quaderno ho diligentemente ricopiato un brano tratto da Camminare che inserisco anche qui perché ha a che fare con lo scrivere (le parti in grassetto e la suddivisione schematica in punti sono mie):

Dov'è la letteratura che dà voce alla Natura? 

Per dirci poeti dovremmo 

  • saper piegare al nostro servizio venti e corsi d'acqua, affinché parlino per noi; 

  • inchiodare le parole al loro significato primordiale, alla maniera in cui, in primavera, i coltivatori ribattono nel terreno i pali scalzati dal gelo; 

  • risalire all'origine delle parole ogni volta che le si usa, trapiantarle nella pagina insieme alla terra ancora attaccata alle loro radici; 

  • disporre di parole così vere, vive e naturali che sembrano espandersi come gemme quando la primavera è vicina, malgrado fatichino a respirare schiacciate tra due fogli ammuffiti nel chiuso di una biblioteca; che fioriscano proprio lì di anno in anno e offrano frutti al lettore fedele, in base alla loro specie e in sintonia con la Natura circostante. (pp.97-98)

Ecco. Proprio mentre sto cercando di mettere a fuoco cosa voglio che sia questo nuovo anno creativo (sapendo per esperienza che non saprò coltivare tutti i semi gettati in questi giorni), queste parole di Thoreau mi sembrano indicare un sentiero ben praticabile.

Ad maiora!

venerdì 6 gennaio 2023

Alza gli occhi intorno e guarda

 

Non scrivo qui da un bel po' e nel frattempo siamo entrati nel 2023.

Oggi è il giorno dell'Epifania (nonché il compleanno di mio fratello, ma questo è incidentale) e stamattina mi sono ritrovata ad ascoltare le letture della festa come se le sentissi per la prima volta.

In particolare, le parole di Isaia, tutte così piene di luce e di splendore, risuonano in me nuovissime e profonde.

Alzati, rivestiti di luce

Alzati, intanto: non si può rimanere fermi in mezzo a tutta questa luce... un attimo? ma quale luce?

...la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli...

Ecco, appunto, tenebra e nebbia fitta, sta parlando proprio di noi, in questo tempo allucinato dove l'orizzonte sembra scomparso del tutto e non si vede a un palmo dal naso. Eppure, basta alzare lo sguardo e alzarsi in piedi per vedere oltre.

Alza gli occhi intorno a te e guarda

Guarda. Quante volte mi sono ritrovata a dire ad alta voce questa parola, solo questa, anche se ero da sola e quindi in realtà la dicevo a me stessa. 

Guarda. Ci sono cose così evidenti che non hanno bisogno di spiegazione. Possono apparire romantiche o sognatrici, e probabilmente lo sono. Ma semplicemente ci sono, in barba a tutte le nebbie e le tenebre di questo mondo. Basta aprire gli occhi, volerli aprire, e alzare lo sguardo.

Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore

Anche io, se imparo a guardare semplicemente, potrò lasciarmi illuminare dallo sguardo di un altro. E il cuore, questo muscolo che a volte sembra proprio addormentato ma che per fortuna non smette di fare il suo lavoro, si allarga fino a battere in sintonia con ciò che ha intorno.

Ecco, allora: questo è il mio augurio per me e per te che mi leggi: alzare gli occhi intorno e guardare.

Buon anno e buono sguardo creativo a tutte e a tutti!