giovedì 31 marzo 2022

Crooked Heart (e altre parole)

 Certe cose accadono così, casualmente, da un pensiero.

Qualche giorno fa mi apprestavo a partecipare a un piccolo laboratorio tenuto da Silvia Battaglini, la "mamma" di Giggia (altrimenti nota come Giggia tra i fiori), un'artista che ho conosciuto lo scorso autunno alla Zagara dell'Orto Botanico di Palermo.

Per inciso, lei è bravissima e fa cose come questa:



Ma non divaghiamo. Insomma, dovevo pensare a una frase ed ecco che mi si accendono le parole di una frase letta da qualche parte, non ricordo dove, forse anche su una vignetta con l'amato Charlie Brown. Ed ecco che ieri, grazie al bellissimo incontro con Silvia, che mi ha prestato la sua Giggia, quel pensiero è diventato questo:




Bellissima la frase, che mi ripeto come un mantra. Le foglie di acetosella le ho scelte a posta un po' storte perché la mia tendenza perfezionistica mi uccide, e appunto l'imperfezione è qualcosa che mi costa tanto accettare. 
Eh, però la mia mania perfezionistica salta sempre fuori in qualche modo. Di chi è questa frase?
Dev'essere probabilmente poetica perché la sua particolare costruzione lo lascia pensare. Ok, ricorriamo a Google.

I primi risultati mi danno John Green, autore del romanzo young adults "Cercando Alaska" da cui è tratta questa frase.
Ma ci dev'essere qualcosa prima. Infatti scopro che è una citazione di due versi di una poesia di W.H. Auden, As I walked out one evening, che ritrovo qui sul sito poets.org.
Bingo! Vediamo come suonano quei versi in originale:


[...]
Life remains a blessing
Although you cannot bless.

'O stand, stand at the window
As the tears scald and start;
You shall love your crooked neighbour
With your crooked heart.'

Tutta la poesia è molto interessante e ricca: il senso (uno dei sensi) è che anche in ciò che ci appare meraviglioso e che amiamo ci sono lati oscuri e imperfetti, e che semplicemente dobbiamo imparare ad accettarlo.
Ma quel crooked heart, mi chiedevo, com'era stato tradotto nelle versioni italiane?

Eccone un paio:

Nicola Gardini, Una sera che ero uscito a spasso, tratta dalla raccolta Un altro tempo, Adelphi (da https://lyricstranslate.com)

[...]
la vita è ancora una benedizione
anche se benedire tu non puoi. 

«Oh, rimani, rimani alla finestra
mentre bruciano e sgorgano le lacrime;
tu amerai il prossimo tuo storto
con il tuo storto cuore».

Domenico Scarpa, Una sera che andavo passeggiando, dal sito nazioneindiana.com 

[...]
La vita rimane una benedizione
Anche se tu non sai benedire.

“Resta là, resta là alla finestra,
Mentre le lacrime scottano e sgorgano;
Amerai il perverso prossimo tuo
Con il perverso cuore tuo”.

L'aggettivo originario per questa frase è quindi crooked, che alla lettera significa storto, deforme, sghembo, sghimbescio, sbilenco, e in senso figurato corrotto, rovinato, disonesto.
Non solo imperfetto, quindi, ma proprio perverso nel senso etimologico (crook come sostantivo significa furfante, ladro, truffatore). Cattivo insomma, o piuttosto incattivito, che ha smarrito la retta via, che ha deviato.  
La cosa può non piacerci, ma è così. E ci riguarda tutti.

Non mi stupisce che la versione italiana più nota di questa frase, quella che ha fatto il giro dei social ed è arrivata anche a me, sia più neutra: quell'imperfetto è più facile da accettare rispetto a un perverso.
La traduttrice del romanzo Cercando Alaska, Lia Celi, ha scelto per questa citazione la versione senz'altro più adatta.

Eppure.
Eppure è questo che invita a fare il poeta: accogliere ciò che più ci ripugna, in noi stessi e negli altri. 
Anzi, amarlo.
Ok, imperfetto suona molto più rassicurante. Suona meglio. Citazione citabile. 
Ma devo ricordarmi che crooked significa questo.

Restiamo umani, appunto, in ogni senso.

martedì 29 marzo 2022

Somewhere, beyond the sea - Atlanti Babelici

Romagnolo, costa sud della mia amata Palermo. Qualche giorno fa, dopo tanto tempo, un laboratorio in presenza, preceduto da un'attività di esplorazione della spiaggia in cerca di tesori malintesi. Non avete idea di quello che abbiamo trovato. Un luogo zeppo di storie naufragate e lasciate al tempo e all'oblio.

Ecco un breve resoconto per immagini...

Ma il bello viene anche dopo. Le prove di stampa mi hanno portato a questo:



La scoperta di questo elemento, che con il mare non c'entra niente, ha cambiato il mio punto di interesse.
E dopo alcuni giorni ancora mi girava nella testa questa immagine trasfigurata.
Tutto si trasforma e prende nuova vita, al di là del mare da cui noi tutti proveniamo.




Là dove scorreva la linfa si infrangono onde immaginate.
Così vegetale, minerale e animale, naturale e artificiale diventano il mio paesaggio dell'anima.