giovedì 23 febbraio 2012

IL TOPO E IL GUERRIERO

Tanto tanto tempo fa, su di un’isola sperduta nell’oceano, dopo uno spaventoso naufragio, si ritrovarono un topo e un guerriero. Non un guerriero qualsiasi: era un guerriero di terracotta, con tanto di elmo, corazza e scudo. Del resto, neanche il topo era un topo come tutti gli altri: si trattava di un magnifico esemplare di topo nato nella casa di un grande scrittore e quindi, come potrete immaginare, adorava leggere storie e avventure.

Il topo e il guerriero passavano le loro giornate sulla spiaggia.

Il topo si dava da fare per trovare il cibo e rendere sempre più confortevole la sua capanna di giunchi, costruita cercando i materiali più adatti addentrandosi nel cuore dell’isola, dove c’era una fitta foresta. Si teneva sempre in allenamento: si arrampicava sulle palme altissime, faceva lunghe nuotate intorno all’isola, si divertiva sull’altalena che aveva costruito con le liane, e immaginava di vivere appassionanti avventure. Quando il tempo era cattivo, si metteva a leggere Le Terribili Avventure del Tremendo Pirata Baciccia, un libro che era arrivato sull’isola molto prima del suo naufragio, e sognava di potere, un giorno, compiere anche lui delle imprese così coraggiose.

Il guerriero, invece, se ne stava sempre in disparte: piangeva e sospirava perché non poteva rassegnarsi al naufragio. “Ma chi mi ci ha portato su quest’isola?” diceva sempre, “me ne potevo stare tranquillo nella mia bella scatola…” e se ne stava tutto il tempo sotto le fresche frasche per paura che il troppo sole lo riducesse in mille pezzettini.

Una notte, mentre il topo, sempre all’erta, cercava di catturare alcuni vermetti per la colazione e il guerriero sonnecchiava tranquillo come sempre, un terribile temporale si abbatté sull’isola.

Il mare s’ingrossò ed enormi onde ricoprirono l’intera spiaggia.

Il topo cercava di mettere in salvo tutte le sue cose portandole sui rami di un alto albero, mentre il guerriero se ne stava nascosto nella boscaglia per ripararsi.

All’alba la tempesta cominciò ad allontanarsi e il sole fece finalmente capolino, illuminando l’isola.

Il guerriero, che durante la tempesta si era addormentato, fu svegliato all’improvviso dalle grida del topo: “Vieni a vedere! Vieni a vedere! La tempesta ci ha portato un dono!”

Sulla spiaggia era arrivato un grande baule, vecchio e consumato dal mare, e il topo lo guardava affascinato.

Il guerriero si avvicinò guardingo e disse: “Per carità! Non toccare!”

“E se fosse il forziere del Tremendo Pirata Baciccia?” replicò il topo “Io potrei provare a far saltare la serratura, ma per sollevare il coperchio mi servirebbe il tuo aiuto.”

“Nemmeno per sogno” Potrebbe essere moooolto pericoloso, e poi…” aggiunse preoccupato il guerriero “potrei rompermi in mille pezzettini!”

Ma il topo, rosicchia oggi, rosicchia domani, fece scattare la serratura e, dopo aver mangiato un’enorme quantità di vermetti con gli spinaci, riuscì anche a sollevare il pesantissimo coperchio del baule.

Che meraviglia! Il forziere era stracolmo di libri e strani oggetti colorati. “Chissà se ci sono altre avventure del Pirata Baciccia!” esclamò il topo, contentissimo.

Nel frattempo, il guerriero lo osservava preoccupato dal suo posticino preferito, e quando vide che il topo era riuscito ad aprire il baule gli gridò: “Che hai fatto!? Adesso succederà di certo qualcosa di brutto!”

Ma il topo aveva già iniziato a sfogliare i volumi: i titoli parlavano di re, principi, animali mai sentiti, e c’era anche un libro intitolato La vera storia del Pirata Baciccia.

“Vieni a vedere! Forse potresti trovare qualcosa che ti interessi!” ripeteva il topo al guerriero. Tanto disse e tanto fece che il guerriero alla fine si avvicinò e si mise a sfogliare i libri. Guardava solo le figure, perché temeva che lo sforzo della lettura gli facesse andare il cervello in mille pezzettini.

Solo un libro sembrava piacergli: c’era il disegno di un guerriero, anzi di un intero esercito, proprio simile a lui. Dopo aver meditato a lungo e per benino, chiese aiuto al topo: “Di’ un po’, che c’è scritto qui?”

Il topo si schiarì la voce e lesse: “Ehm ehm: Il famoso esercito di terracotta che il Re Ching Chung Chang ha donato al principino Xing Xang… Ehi, ti potrebbe interessare!”

“No, no, ho paura che sapere che ci sono altri guerrieri come me mi possa spezzare il cuore in mille pezzettini” disse il guerriero, tappandosi le orecchie.

Ma il topo continuò a leggere ad alta voce: “A questa meraviglia del mondo manca il pezzo più importante dell’esercito: il comandante. Fu ordinato a un artigiano del lontano regno di Tantatiri, ma la nave che lo trasportava ha fatto naufragio e l’esercito è rimasto incompleto. Si dice che per tale motivo il principino Xing Xang sia tanto triste e si sia addirittura ammalato.”

A questo punto il topo guardò dritto negli occhi il guerriero: “Sta parlando di te! Non capisci? Il comandante sei tu!”

“No, no! Non è possibile” rispose il guerriero scuotendo la testa, ma non troppo, altrimenti si sarebbe potuta rompere in mille pezzettini.

Il topo continuò: “Oh, non preoccuparti che ti si possa spezzare il cuore! Tu non ce l’hai un cuore! Il principino Xing Xang è triste e ammalato perché il suo esercito è senza comandante, ma tu hai paura di fare anche un solo passo!”

Il guerriero si sentì ferito nell’onore e per molti giorni i due non si parlarono.

Una mattina, però, il topo andò a trovare il guerriero e gli mostrò un oggetto trovato nel baule. “Sai cos’è questo?” gli chiese.

“Un fischietto” rispose il guerriero ancora arrabbiato.

“Eh, ma le istruzioni che ho trovato nel forziere dicono che chiunque lo suoni potrà andare dove vuole. Sai che significa? Che io ti saluto e me ne vado nell’isola di Tortuga dal Pirata Baciccia!”

“No, no,” lo supplicò il guerriero, “non vorrai lasciarmi solo! Potrei avere bisogno di te!”

“Questa è bella!” rispose il topo. “E il principino Xing Xang, lui non ha bisogno di te? Se avessi un briciolo di coraggio, non te ne rimarresti qui all’ombra: correresti da lui immediatamente!”

“E come?” domandò il guerriero non molto convinto.

“Fischia, per tutti i pirati!” disse il topo porgendogli il fischietto.

“E tu verrai con me?” chiese allora il guerriero.

“Ma certo! Mi annoierei qui da solo!”

Ancora un po’ incerto, il guerriero soffiò nel fischietto e subito nel cielo apparve uno splendido pellicano che atterrò volteggiando sulla spiaggia. Aveva un berretto con la scritta TAXI.

“Mi avete chiamato: eccomi! Dove si va?”

“Nel regno del Re Ching Chung Chang, presto!”

Così il guerriero e il topo, a bordo del pellicano-taxi, sorvolarono i sette mari e giunsero al Palazzo Reale del Re Ching Chung Chang.

Appena il principino vide il guerriero, lo riconobbe subito: aveva disegnato proprio lui il modello per l’artigiano di Tantatiri! Adesso finalmente avrebbe potuto metterlo a comandare il suo esercito di terracotta, e tutti i soldati avrebbero obbedito ai suoi ordini.

Il principino ritrovò così il sorriso e il guerriero scoprì che facendo felici gli altri il cuore non si spezza affatto.

E il topo?

Il topo ebbe un gran da fare: fu nominato Grande Bibliotecario Reale, così poté leggere tutte le avventure del Tremendo Pirata Baciccia e quando le ebbe finite tutte, cominciò a scriverne di nuove per conto suo.